Selbsportrait

ok, con gran ritardo giungo finalmente a presentarmi. Non è mia intenzione tediare i lettori con riferimenti biografici più o meno rilevanti. Questi appunti, se proprio interessano, avrò modo di riferirli a tempo debito, quando avremo modo di conoscerci attivamente e di collaborare in maniera proficua. Trattandosi di "progetto" (tra virgolette, perché è parola sì fredda e accademica da risultarmi alquanto indigesta) e, dunque, riferendosi ad un ideale collettivo che condivido pienamente, soprattutto in termini di estensione e comprensione in ambito artistico, è con sommo interesse nonché piacere che ne prendo attivamente parte, cercando di rendermi utile quanto prima e nel migliore dei modi possibili.
Tracciando un filo conduttore astratto ma che sia parimenti intelligibile, e per meglio descrivere le peculiarità della mia persona, è bene incominciare dal significato precipuo di ciò che io intendo per arte, senza tuttavia scadere in qualunquismi e schematismi facili facili che ne minerebbero irreparabilmente il discorso.

Arte è valore e disvalore. E' individuo. E' massa. L'arte può benissimo sottostare entro certi dogmi di fedeltà figurativa e allo stesso tempo può ben tributare i suoi slanci ad un'interpretazione a-paradigmatica della realtà circostante. Esotericamente è ciò che spezza il sigillo e rovescia gli statuti di certezza e ferma convinzione del positivismo in senso lato, decostruendo le ipocrisie passate, presenti e future in un gioco di specchi volto a distorcere la realtà percepita per dilatarla fino alla sua deflagrazione, rivelando la cosiddetta surrealtà, che amplifica il disagio (comunemente inteso con prospettive negative) al fine di rovesciare (o sovvertire) i dualismi secolarizzati nella Kultur mediocre della nostra società. Attenzione però, rovesciare non significa spostare i centri nevralgici e autoritari...ma, più semplicemente, significa fonderli e confonderli, per dare vita a qualcosa di unico e totale, che trasli come transfert dalla soggettiva di partenza all'oggettiva universale del senso magicamente evocato. In questo senso non c'è niente di meglio dell'arte del sogno e delle sue dinamiche anarcoidi per meglio evidenziare questa capacità trascendentale. La surrealtà, infatti, non è una realtà "altra", bensì una moltiplicazione della stessa che abbraccia prospettive diverse, nuove e in continuo mutamento ("quello che resta costante è il cambiamento").

Sarebbe però riduttivo citare i "soliti" numi tutelari del movimento surrealista, poiché la mia concezione, pur non essendone indifferente, è percettibilmente più ampia del succitato movimento e non può né deve essere ascrivibile a determinate influenze anziché altre. Pertanto l'arte totale racchiude in sé tutti gli stimoli necessari a rappresentarne le infinite potenzialità. In quest'ottica radicale tutto è assimilabile e "riciclabile": dal non sense del Cabaret Voltaire all'iper-realismo di più recente estrazione, dalla cinematografia eversiva di Jodorowsky alle tecniche di scrittura automatica idealizzate da Breton e Soupault, dal cut-up di Burroughs all'action painting di Pollock, dal teatro straniante di Ibsen alla poesia più atipica di Lautréamont...insomma le influenze sono solo esemplificative e servono solo a rendere meglio le (buone) intenzioni. Quello che più mi preme è l'idea di superamento di sé, con cui l'individuo smette di arroccarsi nella sua torre d'avorio in aristocratico sdegno, per rinvigorire quelle connotazioni "superumane" (mi si conceda l'abusato epiteto) che, se portate a compimento, arrivano dunque a rappresentare la pietra angolare di un tempio astrattamente interplanetario, in perfetto equilibrio con le forze tergiversali, talora incongruenti, delle istanze più remote e dimenticate delle nostre capacità sopite. Fondamentale, a riguardo, è l'idea di shock addizionale e di provocazione in senso stretto così come teorizzato nei fondamenti sub-culturali intrinseci all'anti-muzak di gran parte del movimento musicale industrial/cyberpunk.

Per farla breve, la mia essenza è post-punk (solo nell'attitudine però) e si contamina spesso e volentieri di un sub-strato gotico e decadente solo in apparenza categoriale. Ed è contro le categorie del mondo moderno che propugno il mio nichilismo attivo: oggi, alla base dell'appiattimento culturale, v'è senza ombra di dubbio un comune senso di suddivisione del sapere che imbruttisce e generalizza la nostra epoca oscura. Il cervello delle masse è stato indirizzato (e adeguatamente addomesticato) a "ragionare" per compartimenti stagni, facendo proprie le catene della sua stessa sudditanza. Il pensiero vero, quello più puro e profondo, non si sofferma sul settore o sulla cosiddetta area di competenza come lo si intende volgarmente: il pensiero degno di ritenersi tale fa proprio ogni singolo riflesso di quella luce cosmica che si rifrange fra le pieghe del cosmo e anziché impoverirsi secondo "categorie", s'arricchisce invece di "analogie".


Lorenzo

Ti faccio i miei più sentiti complimenti per la tua "presentazione"...
Benvenuto Lorenzo....