Le nostre piccole rivoluzioni sociali

Titolo: Le nostre piccole rivoluzioni sociali Lun Feb 08, 2010 11:31 am

Ce la vedo bene qui; per rendere chiaro a tutti cosa per noi si intende, al giorno d' oggi, quando si parla di "rivoluzione" e per non essere confusi, o quantomeno non essere identificati SOLAMENTE come dei sessantottini malinconici.

Le rivoluzioni del nostro tempo non saranno filosofiche, non saranno artistiche, non saranno culturali. Saranno sociali. Con, magari, qualche spolveratina delle precedenti tre.
Forse non saranno neanche complesse, organizzate. Non vedranno enormi cortei, non conosceranno forse mai lo "spostarsi da una città all' altra". Eppure saranno dinamiche.
Forse la gente che le mette in moto non si muoverà dal suo luogo d' origine, e resterà nel campo della sua cultura, e agirà da solo. Eppure saranno di massa.
Le nostre rivoluzioni all' apparenza saranno semplici: alla base i rapporti sociali e via, sopra, le piccole cose. E magari, in alto, ancor più su, qualche vecchio ideale. Magari.
Delle nostre rivoluzioni si accorgeranno i nostri amici, la nostra famiglia, il vicino di casa. Forse qualche concittadino. Perchè saranno locali.
E forse non ci andranno, sui libri di storia. Che se gli va bene l' attenzione la riceveranno giusto giusto quando saranno in corso. Poco prima, poco dopo. Mai tanto prima, mai troppo dopo.
E come ogni rivoluzione, qualcosa del mondo lo cambieranno.
Cambiare il mondo significa smuovere qualcosa, rimescolare le carte in gioco, creare (il) movimento.
E crearsi del movimento significa evitarsi di diventare stantii.